Il PROGETTO CoDiSSc

Il progetto CoDiSSc – Corpus Digitale delle Scritture Scolastiche nasce nel 2003 come Corpus DIgitale delle Scritture scolastiche d'ambito Valdostano (CoDiSV), con sede presso il Dipartimento di Scienze Umane e Sociali dell'Università della Valle d'Aosta (www.univda.it), con lo scopo di raccogliere a fini di studio e ricerca le riproduzioni digitali di quaderni di scuola redatti in Valle d'Aosta a partire dall'Unità d'Italia. Nel corso degli anni il progetto si è andato ampliando: l’inclusione di testimonianze scolastiche di differente tipologia (oltre che quaderni, diari, registri, prove d’esame, ecc.) e diversa provenienza territoriale ha condotto al maggio 2021 a un corpus di più di 1300 documenti interamente consultabili on line.

Progetto CoDiSSc, Dipartimento di Scienze Umane e Sociali, Università della Valle d'Aosta - Strada Cappuccini 2/A - 11100 AOSTA

Ideazione e coordinamento scientifico: Luisa Revelli.

Comitato scientifico:  Juri Meda (Università degli Studi di Macerata); Bruno Moretti (Università di Berna); Tullio Telmon (Università degli Studi di Torino)

Coordinamento Gruppo di Ricerca - Università della valle d'Aosta: Fabrizio BertolinoGianmario RaimondiLuisa RevelliMassimo Angelo Zanetti.

Caporedattrice dell'archivio digitale: Hélène Champvillair.

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Le scritture scolastiche come fonti per la storia della lingua, della didattica, dell'educazione, della cultura, della società

Il Progetto di ricerca CoDiSV (Corpus digitale delle scritture scolastiche d'ambito valdostano) è nato nel 2003 presso l'Università della Valle d'Aosta con lo scopo di collezionare un campione di testimonianze di scrittura infantile quantitativamente significativo e rappresentativo del periodo compreso tra l'Unità d'Italia e la fine del XX secolo. L'obiettivo di disporre di fonti storiche - utili a ricostruire in diacronia il quadro linguistico e glottodidattico delle varietà insegnate, apprese, impiegate o proposte in un secolo e mezzo di scuola  - è stato perseguito attraverso la raccolta di quaderni, testimoni dell'evoluzione dei modelli linguistici suggeriti dai maestri e dei cambiamenti intervenuti nelle pratiche d'insegnamento in rapporto al susseguirsi di atti politico-normativi e ‘mode' didattiche, ma anche - grazie alla minuziosa quotidianità delle pratiche di scrittura, del progredire delle tappe acquisizionali di singoli apprendenti dialettofoni alle prese con lo studio delle due lingue "alte" del repertorio e quindi, seppure per differenza rispetto alle competenze attese dagli insegnanti, indizi di quelli che di volta in volta dovevano essere usi, abitudini e comportamenti linguistici della comunità di riferimento.

Con l'aumentare delle dimensioni del patrimonio documentario, il progetto ha progressivamente assunto una prospettiva interdisciplinare, che si è andata indirizzando anche verso gli ambiti della ricerca sociale e pedagogica, della storia delle didattiche disciplinari e dell'antropologia culturale. I quaderni del corpus aprono, infatti, molteplici scorci su fatti e fenomeni del passato: consuetudini domestiche, abitudini alimentari, tecniche e metodi relativi a  attività rurali e allevamento; idee, pregiudizi, mode, stereotipi e credenze; modelli morali e moraleggianti; percezione di fatti e eventi contemporanei affiorano tanto dai racconti dei giovani apprendenti quanto da quelli proposti dagli insegnanti, fornendo informazioni relative a fenomeni sociali, cambiamenti culturali e stili di vita. Le implicazioni che da tali aspetti scaturiscono offrono importanti testimonianze e spunti di riflessione sullo sviluppo della scuola e delle pratiche educative.

Oggi il progetto CoDiSSc si propone di coniugare l'iniziale interesse per lo studio delle varietà e della didattica dell'italiano con obiettivi e prospettive di studio di differente taglio disciplinare, perseguendo al contempo finalità di conservazione di un patrimonio che, seppure apparentemente povero e dotato di un valore di per sé sostanzialmente affettivo e circoscritto ai possessori, si presenta in realtà come ricco di potenzialità anche sotto il profilo archivistico. La scelta di rinunciare al pur desiderabile incanto della consistenza fisica dei materiali conduce - oltre che ad un beneficio legato alla disponibilità quantitativa dei beni documentari - a due funzioni essenziali: quella di rendere agevolmente fruibili materiali altrimenti difficilmente reperibili e consultabili, e quella di salvaguardare una copia elettronica di documenti che per le loro scarse attrattive commerciali sono particolarmente esposti all'incuria, ai danni fisici  e all'usura del tempo.